domenica 18 dicembre 2011

AUTORE E FONTE:  GIANNI MARITATI IN: PRISMA NEWSLETTER DI CULTURA, SPETTACOLO E VOGLIA DI VIVERE (MEGLIO) - NUMERO 74 - 17 DICEMBRE 2011, ESTRATTO DA: PRISMA, CULTURA, SPETTACOLO E VOGLIA DI VIVERE (MEGLIO)

ABBIAMO RICEVUTO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO: “CERCANDO
SCIREA”
Scirea, il mito di un ragazzo. Un tifoso in erba, che conosceva Scirea
solo dalla collezione di figurine, quando un’intera generazione si dava
appuntamento per tifare per la Zebra o per tifarle contro, e lo amava con
tutte le sue forze. Gianluca Iovine, l'autore del libro “Cercando Scirea. Il
romanzo di un mito bianconero” (Castelvecchi), racconta
che una mattina, passeggiando per le strade di Cinisello, gli
saltò in mente di scrivere del campione, pensando al
cinema. In aula, a Milano, al corso di sceneggiatura dello
Sperimentale, chiese un parere al collega Paolo Spotti. Dopo
mesi di lavoro nasceva “Scirea”, la sceneggiatura di un film
per la tv, scritto pensando alla vita privata di Gai, ai suoi
compagni di squadra, agli affetti, a un’epoca e a un Paese
che non esistono più. Solo nel 2009, per iniziativa di Aldo
Putignano, cominciò a smontare la sceneggiatura. E a
leggerlo, “Cercando Scirea” non è solo un romanzo di
formazione, che accosta due vite opposte: quella di
Gaetano, semplice e generoso, e l’esistenza difficile e ribelle del suo
amico-nemico Nino; il testo di Iovine è un viaggio a più dimensioni nella
memoria, che plasmando materia personale dell’autore, ricordo
pubblico e privato del campione, fonde abilmente vero e verosimile.
Tante le immagini di calcio, le vittorie e le sconfitte, equilibrate
dall’indagine fatta guardando dietro il campo di calcio, alle relazioni,
l'umanità, l'amicizia. Di volta in volta, Gaetano Scirea e il suo talento
crescono, da figlio di Stefano e Giuditta, si trasforma in promettente
speranza per il suo allenatore Gianni, ma anche in studente e
lavoratore, fino allo sbocco insperato di una trafila di tornei minori e
panchina, allenamenti duri e oratorio. “Cercando Scirea” riporta un
senso del sacrificio e della rivalsa che potrebbe far bene a un’Italia
pigra e paurosa, e invece capace di enormi vittorie, di orgoglio e dignità.
Anche vincendo tutto ciò che era possibile vincere, Scirea è sempre
rimasto Gaetano, al vecchio “Comunale” come al “Ciaravolo” di
Catanzaro, nella notte insanguinata della strage dell'Heysel, nei
momenti drammatici e difficili per un calciatore, quelli dell’abbandono.
Un marito, un padre, un avversario indimenticabile. Che ora ritroviamo
in pagine sincere ed emozionanti.